Perla della Valle Telesina che si adagia ai piedi del monte Taburno, Solopaca il 01 gennaio 2023, secondo i dati Istat, contava 3.493 abitanti. Tra questi il suo primo cittadino, Pompilio Forgione, eletto sindaco al quarto mandato che porterà la cittadina del beneventano fino al 2027 assieme ad un gruppo eterogeneo di suoi concittadini differenti per età, provenienze, storie di vita e professione. Animati, tutti loro, da una sola volontà: dare a Solopaca lo slancio che serve per ridiventare comunità viva ed attiva a partire dal suo centro storico. In questa direzione ad ottobre prossimo a Solopaca farà tappa librixaria.
Di storia laica e religiosa, di vigneti e luoghi sacri, di vedute a valle verso la mondana Telese con il naso all’insù per guardare il profilo del monte Taburno ai cui piedi questa splendida città si stende. Una ProLoco attiva più che mai. Una festa dell’Uva famosa in molti luoghi della Campania come la sua Cantina sociale che trova in settembre il mese d’eccellenza. Così Solopaca – si legge – “ha una caratteristica morfologica: una forma stretta e lunga dove sono conservati gioielli architettonici di alto prestigio”. Due chiese parrocchiali: quella di San Martino di Tours e di San Mauro martire. Si sa che “la prima fu eretta nella località detta proprio Li Santi Martini, le cui prime notizie risalgono al Trecento. Con l’aumento della popolazione, considerato che la vecchia chiesa di San Martino era piccola e non più efficiente, si decise di costruire un tempio più grande su un terreno donato dall’Università, nel 1728. La sua scalinata è molto simile a quella dell’omonima chiesa di Cerreto Sannita. La Parrocchia di San Mauro, invece, vide il posarsi della sua prima pietra nel 1682, voluta dalla famiglia del Duca Antonio Maria Ceva – Grimaldi e dall’Arciprete Don Pietro Antonio Buonhome. Chiesa ricca di stucchi pregiati al cui interno è presente la statua lignea di San Rocco. Presenta, inoltre, un’antica scultura di San Mauro portata qui dagli sfollati della vicina Telesia a seguito del terremoto del 1349. Luogo d’evocazioni e fede popolare è il Santuario della Madonna del Roseto, di origine benedettina, che sorge sul Monte delle Rose, edificato intorno al XII secolo, punto di riferimento visivo di tutta la valle circostante. Cadde in rovina, ma già nel 1747 il vescovo Falangola ne ordinò il restauro. Si documenta che “il terremoto del Molise del 1805 fece crollare il santuario e la statua della Madonna, salvatasi, venne trasportata nella Chiesa di San Mauro dove, col tempo, venne dimenticata e riposta in un mobile nel vano sottostante al campanile. Nel 1844 vi fu una grave siccità e per questo motivo la statua venne portata in processione facendo voto che, in caso di pioggia, i cittadini di Solopaca avrebbero riedificato la chiesa. Il miracolo avvenne: un’improvvisa e forte pioggia investì il paese di Solopaca e i suoi cittadini, orgogliosamente devoti e riconoscenti, pochi mesi dopo cominciarono i lavori di ricostruzione. Ogni anno, il primo lunedì di giugno, i cittadini di Solopaca portano in processione la statua della Madonna del Roseto dal santuario omonimo fino al paese. Per tutta la stagione estiva la statua rimane nella cittadina, per poi essere riportata il primo di settembre al Santuario. Le altre chiese solopachesi sono la Chiesa Madre o Chiesa del Corpo di Cristo, in cui fu sepolto il Duca Marcello Ceva – Grimaldi, con le sue decorazioni barocche, e il campanile in stile vanvitelliano. Caratteristica, al suo interno, è la Cappella del Sacro Monte dei Morti. Un tempo era detta anche ricettizia, in quanto potevano celebrarvi Messa soltanto i sacerdoti che erano originari del luogo, i recepti. Vi sono anche la Chiesa della Madonna del Carmelo, la Chiesa di Santa Maria Te Amo, un tempo probabilmente appartenente all’Abazia del Roseto, la Chiesa di San Leonardo“.
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Sin qui la storia dei luoghi religiosi prima di attraversare, per intero, la storia più laica e civile di famiglie e casati, di rami nobiliari e architetture. Non a caso sono molti i palazzi storici di Solopaca: il Palazzo Ducale dei Ceva – Grimaldi soprattutto che è situato nella parte alta del paese, detta Lo Morillo. Fu l’espediente tipico dell’epoca – si pensa – per avere un’ampia visuale sulla valle circostante e poter tenere tutto sotto controllo, in cui fu ordita la famosa Congiura di Macchia del 1707, contro il viceré spagnolo di Napoli e a favore delle armi austriache. Negli anni successivi fu dimora signorile, Palazzo di Giustizia e carcere. Il Palazzo Cutillo, invece, oggi è di proprietà del Comune e ospita la Biblioteca comunale dedicata al filosofo e patriota solopachese Stefano Cusani e la sede dell’attivissima Pro Loco solopachese. Ha una doppia entrata, una a Corso Cusani e una a Via Procusi, e qui troviamo anche il Museo Enogastronomico, il MEG, dedicato al cibo e ai sapori della terra, in cui ha sede la Mostra Permanente di Solopaca, a cura dell’Associazione “Maestri Carraioli”, dedicata alla storia della Festa dell’Uva. Da ricordare, inoltre, il Palazzo Fasani, Palazzo Abbamondi, Palazzo Cusani, Palazzo Aceto, Palazzo Giambattista. In prossimità della Chiesa Madre sorge una torre circolare, resto del Castel San Martino, castello normanno dell’XI secolo, le cui forme però lasciano pensare anche a un’origine angioina. Una delle strutture più importanti di Solopaca è il Ponte Maria Cristina, inaugurato nel 1835 da Re Ferdinando II di Borbone e intitolato alla moglie Maria Cristina, distrutto alla fine della Seconda guerra mondiale a causa di un bombardamento americano e ricostruito nella medesima località, ove è presente anche la Fontana della Sala. Del vecchio ponte restano le due piazzole semicircolari ai due imbocchi, i quattro leoni in marmo e i quattro grossi pilastri che reggevano le catene e che, con l’edificazione del nuovo ponte in cemento armato, furono posti in posizione arretrata rispetto alla loro collocazione originaria, conservati solo per ricordo. I leoni, purtroppo, hanno subito un furto nel 2003 e sono stati recentemente sostituiti. Si stima, come dalle ricerche storiche più accreditate divulgate con cura anche sul portale della ProLoco e su altri portali d’informazione che “il territorio dove sorge Solopaca fu abitato, stando ai ritrovamenti, fin dall’epoca preistorica; tracce significative si hanno anche dell’insediamento sannitico e romano; ma le testimonianze più evidenti risalgono al periodo medievale, con il massimo splendore raggiunto nel XVIII secolo. Con i Normanni, Solopaca fece parte prima della contea di Aversa, poi di Caserta. Nel 1268 Carlo I d’Angiò concesse a Guglielmo di Belmonte il feudo di Telese, con annessa la terra di Solopaca. Nel XIV secolo fu feudo dei Monsorio che la ebbero sino alla fine del XV secolo, salvo una breve parentesi che la vide feudo dei normanni Sanframondo.
Dal 1487 fu feudo delle più grandi famiglie della nobiltà napoletana, fu dapprima possedimento dei Lagonessa poi dei Caracciolo per passare succesivamente ai Ceva Grimaldi che acquistarono Telese e Solopaca nel 1574. Nel 1609 il feudo di Telese fu elevato a ducato e la città di Solopaca ne divenne il centro in quanto scelta come residenza dai Ceva Grimaldi. A questo periodo risalgono la costruzione della Chiesa del SS. Corpo di Cristo, il Palazzo Ducale, le chiese di San Mauro e San Martino. Con la costruzione della Via Nuova, voluta dal Duca Antonio Maria Ceva Grimaldi per collegare il Palazzo Ducale alla Chiesa del SS. Corpo di Cristo e alla Chiesa di San Mauro, Solopaca assunse l’attuale aspetto urbanistico. Ultimi feudatari furono i Di Sangro che, subentrati ai Ceva Grimaldi nel 1764, ressero Solopaca sino all’eversione della feudalità nel 1806. Dal 1860, entrò a far parte della neonata provincia di Benevento. Tuttora visibili sono le testimonianze storico-artistiche che interessano l’intero abitato. Ha dato i natali al noto filosofo e patriota Stefano Cusani“.
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Appena nel 2019 – si legge – Solopaca ha fatto parte del territorio di Sannio Falanghina “Città del Vino 2019”, prestigioso riconoscimento assegnato al territorio beneventano da Recevin, ossia la rete delle 800 Città del Vino presenti in undici Paesi europei, insieme ad altri cinque comuni proponenti la candidatura a Città Europea del Vino 2019, ossia Guardia Sanframondi, Castelvenere, Sant’Agata De’ Goti, Telese, Torrecuso e Benevento e ad altri diciassette comuni del territorio. Ed è proprio il vino una delle più importanti risorse del territorio solopachese. A Solopaca è presente una delle più antiche Cooperative agricole della Campania, La Cantina di Solopaca che, con i suoi 120 mila ettolitri di vini prodotti, è ai primi posti nella produzione regionale. Nel suo territorio, già nel 1100 alcuni documenti parlavano dei vuttari di Solopaca, coloro che avevano a che fare con le botti di vino, le votti, appunto. I suoi vigneti sono ubicati in un vasto comprensorio che parte da Solopaca e coinvolge altri sedici comuni limitrofi, raggiungendo una superficie vitata totale di circa 1.300 ettari. Qui viene coltivato il Solopaca DOC, primo vino nel Sannio ad aver ottenuto il riconoscimento di origine controllata (D.O.C.)”.
Durante l’anno…
Torna centrale allora, l’evento legato alla vendemmia di ogni anno. A Solopaca si svolge – come ricordato – una delle più importanti manifestazioni legate al vino, la Festa dell’Uva che fin dalla sua prima edizione del 1979, si caratterizza per uno scenario unico e suggestivo, con la sua sfilata dei carri preceduta dalle autorità con i gonfaloni dei comuni confinanti, seguiti dal corteo storico di sbandieratori e musicanti. Tipici i banchi gastronomici allestiti per l’occasione, per gustare i piatti della cucina contadina, come i cavati, tipici gnocchi di farina altrimenti nominati cavatelli, salsicce alla brace, peperoni imbottiti, struscioli, una specie di bigné rustici, ovviamente accompagnati da tanta uva e dal buon vino solopachese. Un’altra caratteristica manifestazione è La Ballata dei Briganti, ogni estate, con musica, proiezioni, rievocazioni storiche, escursioni nei luoghi frequentati dai briganti, rievocando gli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni e le scorrerie dei briganti che infestavano i monti del Taburno e del Matese. L’11 novembre Solopaca festeggia il Santo Patrono, San Martino di Tours, con una rinomata fiera, un evento che si ripete da secoli, con l’esposizione di merci di ogni tipo, dall’abbigliamento ai casalinghi, dai materiali per l’agricoltura alla classica coppeta, erede della cupeta beneventana, tradizionale torrone bianco, alto e doppio. Suggestive le ambientazioni medievali, il percorso enogastronomico a cui prendono parte le cantine di Solopaca che fanno degustare il novello, il mercatino del baratto, le mostre di pittura, e le suggestive animazioni. In un contesto siffatto cpace di evocare mille suggestioni e mescolare assieme trame d’ambiente, di natura incontaminata e di cultura dei luoghi farà tappa ad ottobre prossimo “librixaria” il festival dei libri, dei lettori e dei territori. Una tappa della provincia beneventana sana e lussureggiante che avrà caratteristiche proprie assai interessanti delle quali vi dettaglieremo assai presto.
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