Lo hanno definito l’uomo dei misteri mafiosi. Quello dall’agenda rossa, di Capaci e via D’Amelio, delle carte super segrete di Totò Riina rimaste nel covo di via Bernini quando esattamente, trenta anni fa, fu arrestato. Di certo, Matteo Messina Denaro conosce molte trame oscure legate alla mafia dell’ultimo mezzo secolo. Persino i dettagli sulla trattativa Stato/mafia alla quale Giovanni Falcone ma soprattutto Paolo Borsellino si opposero fino alla morte. Il boss si faceva chiamare Andrea Bonafede ed è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dov’era andato “per sottoporsi a terapie” probabilmente già da un anno. L’arresto è stato annunciato la mattina stessa dell’arresto dal comandante del Ros dei Carabinieri Pasquale Angelosanto. Per qualcuno Denaro stava, in realtà, già trattando con lo Stato una “resa dignitosa”. Tuttavia erano anni che gli investigatori davano la caccia al super latitante. I prossimi sviluppi (forse) diranno molto di più. Intanto ecco i dettagli dell’operazione di cattura avvenuta di uno “speciale” lunedì 16 gennaio…
di francesco de rosa
Un cappellino, un cappotto di montone da uomo e gli occhiali da vista scuri. Matteo Messina Denaro al momento dell’arresto quando è dovuto uscire dalla clinica privata La Maddalena del centro di Palermo in via San Lorenzo per essere portato presso la caserma dei Carabinieri. Qualcuno vocifera che fosse già in trattativa con lo Stato per consegnarsi alla giustizia. Comunque sia lunedì 16 gennaio 2023 sarà ricordato come un giorno di festa per tutti coloro che credono nella giustizia e nella lotta alla mafia. Così, dopo 3trenta lunghi anni di latitanza è stato arrestato Matteo Messina Denaro. Si trovava a Palermo presso la clinica La Maddalena che è in via San Lorenzo nel centro della città. Lì dove, a dire dei bene informati, si recava già da un anno per curare la grave patologia di cui soffriva. Una clinica “accerchiata” sin dalla scorsa notte e circondata dai carabinieri del Ros che, di fatto, hanno impedito l’accesso e anche l’uscita dalla struttura ospedaliera. Il blitz dei militari dell’Arma, circa un centinaio, è iniziato sin da ieri sera fino a quando sono entrati in azione incappucciati stamane. Messina Denaro è stato portato via dalla clinica per il primo interrogatorio e le foto segnaletiche presso la caserma a San Lorenzo.
Un uomo che si è visto visibilmente ingrassato rispetto alle ultime foto conosciute che tutti noi avevamo di Matteo Messina Denaro e che risalivano ormai a diversi anni fa. Uscito dalla clinica e tenuto sotto braccio dai carabinieri che hanno attraversato a piedi in manette per alcune centinaia di metri il viale della clinica fino ad un mezzo dei carabinieri del Ros sul quale è salito. Di anni sessanta, Matteo Messina Denaro, fino a questa mattina, era considerato tra i latitanti più pericolosi e ricercati al mondo. E non solo perché è stato (e probabilmente era ancora enorme il suo potere) capomafia nella provincia di Trapani, padrino di Castelvetrano che, negli anni, era diventato uno dei boss più potenti di tutta Cosa nostra, potendo esercitare il proprio potere anche nella provincia di Palermo. Una non banale coincidenza ha voluto che proprio ieri, 15 gennaio 2023, fosse stata “celebrata” la ricorrenza dei 30 anni dalla cattura di Totò Riina con i quale Matteo Messina Denaro era in legame solido e criminale. Uomo degli attentati di Milano, Firenze e Roma e delle stragi di Capaci e via D’Amelio, Matteo Messina Denaro poteva contare, secondo molti, di un’assicurazione sulla vita e sulla latitanza dacché in possesso dell’agenda rossa che appartenne a Paolo Borsellino mai più ritrovata e di altre carte che scottano lasciate nel covo di via Bernini che fu di Totò Riina.
Quali risvolti potranno avere quei misteri e quale sarà l’atteggiamento di Matteo Messina Denaro davanti alla Magistratura italiana è cosa che sapremo presto. Quel che invece non si poteva più sopportare era la lunghissima latitanza di un capomafia che indisturbato girava per la Sicilia coperto da molti insospettabili. Il duro e continuo lavoro delle Forze dell’Ordine oggi ha dato i suoi frutti e una nuova stagione ora può iniziare affinché giustizia sia fatta sui misteri ancora irrisolti e soprattutto argine valga contro il potere di una mafia che non è affatto sconfitta con l’arresto di Matteo Messina Denaro. Ma il segnale è forte e porta gioia in tutti coloro che auspicano la sconfitta del potere mafioso e criminale che al sud come in altre parti d’Italia porta danno ad ogni ambito sociale e sottrae speranza e legalità al futuro.
Ecco il racconto fotografico della Operazione di cattura
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