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Per la serie “Biografie” i racconti/interviste su personaggi, fatti e storie del ventunesimo secolo che il giornalista e scrittore Francesco De Rosa porta avanti, tra altri format, in questi anni lungo i quali va a cercare coloro che trova significativi ed affini ad un progetto impegnato di narrazione giornalistica dal profilo documentato e raccontato direttamente dai protagonisti. In questo caso si tratta di riportare in rete il primo incontro che Francesco De Rosa ebbe con Maurizio Patriciello avvenuto, davanti alla macchina da presa, nel novembre del 2013, e cioè ben nove anni fa’, presso la Parrocchia di San Paolo apostolo in mezzo al Parco Verde di Caivano dove Maurizio Patriciello è in prima linea, oggi sotto scorta per minacce di morte, ma con il merito di aver portato alla ribalta nazionale e mediatica il grande tema della terra dei fuochi criminale e delle morti assurde.
«Nel novembre del 2013, – scrive Francesco De Rosa – nel pieno di un fenomeno che allora già insidiava le notti di molti cittadini campani al grido di “la Campania non deve morire” con il quale si mobilitarono (ed io tra essi), mi recai da Maurizio Patriciello nella parrocchia di San Paolo a Caivano in mezzo al degrado del Parco Verde. Fu quello il nostro primo incontro. Da allora ad oggi, Maurizio è arrivato, ancora di più sulla ribalta dell’attualità di un impegno umano, civile, laico e religioso che egli continua senza sosta. Ha carattere Maurizio, il fascino di chi sa usare bene le parole e metterle al servizio di una causa comune. Già nove anni fa. mi disse molte belle cose dacché la nostra amicizia, leale e concreta, è proseguita. Tutte le volte che ho voluto fosse con me nelle occasioni di eventi d’impegno culturale e civile, di lotte a favore del nostro comune futuro, lui c’è stato. Anche quando l’ho chiamato per tributargli premi che lui di certo non cerca. Ma mi fece dono anche lì del valore e del significato della sua presenza nella chiesa madre della mia città natale, città di tangenti e di tangentisti. A Maurizio mi lega un sentimento di gratitudine e di fratellanza. Quando cerchi un prete come dovrebbero essere tanti preti non puoi che andare da lui per ricuperare quella speranza umana, laica, civile e religiosa, allo stesso tempo, che nessuno dovrebbe mai perdere. Sicché, rimettere dopo nove anni, quella intervista in rete sul mio canale youtube, mi ribadisce per intero il dono enorme di averlo incontrato ed intervistato a lungo già nove anni fa che sembrano ieri».
Ecco la puntata integrale di “Biografie” dedicata a Maurizio Patriciello.
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Maurizio Patriciello è nato a Frattaminone, in provincia di Napoli, nel 1955. Dopo anni in assenza dalla chiesa cattolica, incontra un frate francescano che lo avvicina alla fede. Così lascia il suo lavoro di paramedico ed entra in seminario. Viene poi ordinato sacerdote e diventa parroco nel quartiere ‘Parco Verde’ di Caivano, nel napoletano. Da allora è impegnato in prima linea nella lotta alla tutela del territorio inquinato dalle discariche industriali inquinanti e radioattive. Per capirci, la cosiddetta ‘Terra dei Fuochi’. Ha visto, nel corso di questi anni, morire adulti, ragazzi ed addirittura bambini anche di 4 anni, oltre che il fratello Franco, per il cancro. Maurizio, intanto, continua integerrimo a mettere a repentaglio la sua vita nel tentativo di scoperchiare anche quanto c’è dietro il traffico dei rifiuti nella terra a confine con Caserta. Ma a lui non importa e, quando il ministro per l’ambiente Andrea Orlando è venuto per rendersi conto dello stato in cui versava Caivano, schiettamente gli ha detto: “Anche se questa è terra del clan dei Casalesi, qui non c’è da temere. È la gente che ha paura. Paura di perdere un figlio, se non ne ha già perso uno. Di vederlo morire, se è morto quello dei suoi amici. Paura che non si salvi se è in ospedale”. Non è rimasto però confinato nel piccolo quartiere dove svolge la sua funzione istituzionale. E’ infatti andato in tutti quei paesi campani dove esiste questo gravoso problema. E’ considerato un eroe da molte persone per le battaglie che quotidianamente e con amore porta avanti. Il primo marzo del 2015 ha visto morire il pm Federico Bisceglia che, con e come Patriciello, indagava sul problema dei rifiuti e sui loschi affari dei Casalesi. Il magistrato è stato vittima di un incidente che all’inizio sembrava essere accidentale, ma dietro il quale sembra esserci, secondo le indagini, un omicidio architettato proprio dal clan camorristico. Con l’aiuto di Nadia Toffa e de Le Iene, ha realizzato servizi che hanno dato ancor più voce e risalto al problema della ‘Terra dei Fuochi’, grazie alla messa in onda su un canale di ampia portata come Italia 1. Con la conduttrice è nato inoltre un sincero legame di amicizia. Lo dimostra la volontà della donna, prima di morire, che i funerali venissero celebrati da lui. Ha scritto due libri: “Vangelo dalla terra dei fuochi” (Imprimatur editore, 2013) e “Non aspettiamo l’ Apocalisse”, scritto con Marco De Marco (Rizzoli editore, 2014). Da qualche mese è sotto scorta per le minacce di morte che ha subito.
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