“Ludwig” e altre storie: un Omaggio a Beethoven
di Girolamo De Simone
Nell’ambito della terza edizione della rassegna “Le note al chiostro”, a San Lorenzo Maggiore, con la collaborazione tra l’Associazione Rachmaninov e l’Associazione Amici del ‘700 napoletano, si è tenuto sabato sera, a Napoli, il concerto dei “Solisti del Teatro alla Scala” e del pianista Emilio Aversano. In programma tre quintetti: il K 452 di Mozart, l’op. 16 di Beethoven e per finire l’ “Omaggio a Ludwig” di Tiziano Citro, quest’ultimo in prima esecuzione assoluta.
Lo scenario, incantevole, quello del Chiostro di San Lorenzo Maggiore, Basilica monumentale che sorge nel cuore di Napoli, e che offre una miniera di percorrenze, da quella greco-romana, a quella medievale e rinascimentale. San Lorenzo è infatti un luogo denso di memorie, dacché qui sorgeva una delle antiche tipografie napoletane, e nei saloni della biblioteca erano consultabili opere, anche musicali, manoscritti di rilievo storico, opere pittoriche straordinarie. Accedendo al chiostro per i concerti della rassegna alcuni spazi sono accessibili, in particolare il corridoio dal quale ci si inoltra nel percorso archeologico, di grande suggestione (vedi foto) o i minuscoli presepi intagliati in gherigli di noci. In parte, questa collezione era visibile nel Convento francescano di Portici. Ora, già solo questa particolarissima e antica opera d’arte, moltiplicata nei suoi personaggi e nelle scene evangeliche, merita la partecipazione a questa iniziativa musicale prestigiosa, che vede la firma, per la direzione artistica, di Marco Traverso.
Non a caso siamo partiti da un riferimento agli strati sovrapposti o sfalsati di questa Basilica, dal moltiplicarsi delle piccole sculture presepiali, e delle visioni incantevoli possibili allo sguardo alla volta dei corridoi sotterranei: una sorta di archeologia del sapere fa ‘pendant’ all’approccio di programmazione, che a sua volta strizza l’occhio all’estetica – a noi prossima – del melting-pot: mescolare nell’offerta al pubblico sia lavori storici che opere contemporanee. Nei due quintetti di Mozart e Beethoven gli interpreti Fabrizio Meloni, Fabien Thouand, Jorge Monte De Fez, Gabriele Screpis ed il pianista Emilio Aversano superano brillantemente la prova stilistica nel confrontarsi con opere di repertorio di tale difficoltà, e tengono testa agli inconvenienti che ogni esibizione all’aperto porta con sé. La tenuta e soprattutto la differenza di suono, per dinamica e attacco del tasto, nelle scelte di Aversano, convincono; le difficoltà degli strumenti a fiato sono superate magnificamente dai solisti del Teatro alla Scala, e gli incastri ritmici, tra tutti, sono granitici e garantiti, nonostante i rumori ambientali: grande professionismo.
Il brano di Tiziano Citro, dal canto suo, merita particolare menzione. Concepito come un omaggio alla musica di Beethoven, di cui ricorre quest’anno il duecentocinquantesimo anniversario della nascita, circostanza peraltro allusa sin dal titolo, “Ludwig”, prende spunto da temi notissimi, la celebre figurazione del “destino che bussa alla porta” della Quinta Sinfonia; quello dalla Sonata detta “Al chiaro di luna”; e altri, magari da pagine d’album celeberrime come “Per Elisa”. Ma tali temi si intrecciano, vengono sfalsati, in un gioco di rinvii e strati che in alcuni punti si contaminano felicemente con richiami al jazz, e più propriamente al sincopato tipico del rag-time. Il tutto avviene con una felicità scritturale e una levità che definirei lucidamente essenziale, e che sfugge ai rischi cui una simile operazione avrebbe potuto incorrere. Così, i richiami per il cultore di musica contemporanea, e per i compositori e critici musicali presenti, vanno al newyorkese sassofonista/compositore John Zorn, frantumatore e parcellizzatore di temi, e alla forma del ‘divertissement’ “à la manière de…”, caro a tanti autori del Novecento, da Ravel a Stravinskij. È appena il caso di segnalare che il pubblico ha molto apprezzato il concerto, e segnatamente il nuovo lavoro di Tiziano Citro, mostrando che, volendo farlo, anche la contemporaneità può rendersi grata fruizione, meritevole del rientro in scena, e addirittura con ascolti sinora inediti. I riflettori puntano ora sul prossimo concerto, che vedrà sempre in un’ottica di contaminazione multistratica e polisemantica il ritorno a Napoli, dopo venticinque anni, dei quadri pianistici dei “Dialoghi del presente” di Luciano Cilio, grazie alle mani e alla dedizione del pianista Andrea Riccio, che suonerà a Napoli rientrando dai fasti del Mozarteum di Salisburgo (il concerto si terrà sempre a San Lorenzo Maggiore, venerdì prossimo, il 4 settembre, alle ore 20,30).