Un fatto senza precedenti, una crisi che cambia il mondo. Ecco, secondo me, da dove ripartiamo

di antonio de simone |


Mercoledì  25 marzo, intorno alle 11, ho ricevuto una graditissima telefonata da un carissimo amico che avevo provato a contattare il giorno prima. In verità, pochi minuti dopo il mio tentativo avevo ricevuto un suo  immediato riscontro, con un messaggio mi comunicava che mi avrebbe richiamato quando si sarebbe liberato.  Lui è medico ed é responsabile di reparto in uno dei più importanti ospedali privati di Milano, la moglie è primario in un altro grande ospedale pubblico della città. In questa telefonata, oltre ad avermi tranquillizzato sul loro stato di salute mi ha aggiornato sulle attuali mansioni tenendo in conto che entrambi hanno una età che non gli permette di trattare direttamente le persone positive al Coronavirus. Mi ha messo a conoscenza dei criteri operativi ed organizzativi adottati, grazie alla regia dell’assessorato alla sanità, dal sistema sanitario della Regione Lombardia. Che i grandi ospedali, pubblici e privati, fossero, quasi tutti, destinati interamente ai casi di Coronavirus ad eccezione di alcuni dedicati ognuno ad una patologia, per esempio il Besta, alla neurochirurgia d’urgenza, il Niguarda, alla cardiochirurgia  ecc. ecc. Ciò mi era apparso molto sensato, fatto bene;  gli ho detto che questa soluzione mi sembrava, da profano, corretta, in grado di migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema, lui confermava e concordava pienamente, supportato anche dai dati a sua disposizione. Poi qualcosa è cambiato, non ha solo smesso di parlare, in quella pausa c’era qualcos’altro, ho percepito una piccola apnea, come quando aspetti che passi un’emozione, prendi fiato per dissolvere quel nodo si sta formando nella gola. Pochi secondi dopo ha confermato quella mia sensazione parlandomi  dei suoi specializzandi. Con un tono di voce che diventava sempre più greve, contrito, mi ha raccontato della encomiabile iniziativa a cui questi giovani medici avevano dato vita.

Il succo possiamo sintetizzarlo nel fatto che tutti loro avevano fatto richiesta per essere  utilizzati come medici in corsia, in ambulatorio, ovunque occorresse, pur di  essere in prima linea contro la pandemia. Piero non nascondeva di esser stato molto colpito da questa presa di posizione e anche piacevolmente meravigliato; non si aspettava che essi, invece di continuare la loro specializzazione in neurochirurgia, lontani da rischi, avessero scelto di proporsi per incarichi così rischiosi. Anche se le considerazioni erano diverse e tutte positive c’era anche questa non trascurabile sorpresa che mi ha indotto a fare qualche considerazione, ad alta voce, con l’Amico di sempre. Avrei potuto riprendere analisi, passate e recenti, sui danni del neoliberismo, ecc. ecc., ma ho scelto una strada apparentemente più semplice. Ho fatto presente che l’eccezionalità e l’imprevedibilità  di questo momento  potesse indurre anche giovani educati a perseguire un obiettivo personale a cambiare , almeno per un po’, atteggiamento; riprendere in mano la propria vita per rinterpretarla sotto questa luce, avendo capito che molte cose cambieranno, che stanno già cambiando; che quindi anche una prospettiva differente, più sociale, si rende necessaria  per comprendere, e chissà per decidere se per raggiungere i propri scopi vogliono farsi determinare da valori e modelli che stanno dimostrando tutti i loro limiti. Gli ho anche prospettato che proprio lui poteva esser stato un modello, forse non del tutto consapevole, e di aver potuto contribuire a questa loro scelta in virtù dei valori, dei principi di cui è da sempre portatore. Nel suo complice silenzio mi è sembrato intravedere una piena consapevolezza, lui portatore di valori sani contrapposto, in controluce, ai tanti che usando la loro posizione di potere, celandosi dietro un ruolo rilevante nella scala sociale, danno ogni giorno esempio di tutt’altro, sembrano dimostrare che l’importanza del Chi possa sostituire, mettere in secondo piano se non annullare, il Cosa; che l’Io debba annullare il Noi. Non per Noi e per tanti come noi, che si sono, colpevolmente, autocelebrati, adagiati sulle conquiste dei decenni  trascorsi senza voler vedere (?!), accettando di non comprendere (?!) dove stessimo andando, certamente non attivi nel reagire adeguatamente, nel ribellarsi a questo nefasto andazzo:” homo homini lupus” anche per Noi? Ma il Saggio recita che l’uomo non è solo lupo per l’altro uomo, può essere anche dio (una grande risorsa)!

Amico mio, tra poco bisognerà ricostruire e noi, questa volta, dovremo attivamente contribuire. Per noi non sarà difficile se ci faremo guidare dai concetti, a noi cari; te li richiamo con le parole di una Canzone della nostra fanciullezza: “…dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, e so che ci sarai anche tu.

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